Commenti: 4
  • #4

    Martina (sabato, 11 luglio 2020 16:16)

    Amore mio, grazie di questi anni di amore, complicità e risate, mi hai ispirato, mi hai lasciato essere me stessa, non sono certo stata una moglie convenzionale ma ho fatto del mio meglio, e neanche tu sei stato un marito convenzionale, sei sempre stato un truzzo, un anima eclettica, un personaggio creativo, sarcastico, amante della musica, del buon cibo, della vita, dei viaggi, volevi bene a tutti...e hai lasciato un grande vuoto non solo dentro di me e tua mamma ma anche nella vita delle amicizie che hai instaurato col tuo caratteraccio e spirito coinvolgente.
    Abbiamo creato un nostro alfabeto, un mondo tutto nostro, una nostra famiglia nonostante le difficoltà e le incomprensioni con i rispettivi parenti.
    Mi mancano i tuoi baci, la tua voce, l’idea di non vederti più è un dolore che toglie il respiro, e spesso piango e rido contemporaneamente pensando a quanto mi mancano la sua ironia e le sue facce buffe,
    ma tirerò avanti pensando ai momenti, alle esperienze e ai ricordi che mi hai donato e che mi nutriranno per sempre, se chiudo gli occhi rivedo tutto, l’incontro alla Ravintola, il matrimonio, ci vedo felici sul ponte della Magica, ci rivedo a Malta, a Vienna, li richiudo e ci vedo all’Aurora a mangiare i Culurgiones, li richiudo ci vedo fare gli scemi per Halloween… Comunque noi siamo Fiamme Gemelle, il destino ha voluto separarci in questa vita, ma non sarà per l’eternità, ci rincontreremo in altre vite, ne sono certa, è già successo e risuccederà ancora.
    Ovunque e chiunque sarai, sii felice.
    TI AMO.
    Tua per sempre Marty

  • #3

    Filo_B (martedì, 23 giugno 2020 17:52)

    Ciao amico mio, buon viaggio...

  • #2

    Hélène Calabrese Vinson (domenica, 21 giugno 2020 00:14)

    Non sapevo che ha fatto tante cose, pittura, musica e un libro!
    Sapevo che facevi genealogia, no altra cosa! E bello!
    Dovro fare sola la genealogia di LO FORTE, senza te sara difficile, ma lo faro nonostante tutte queste antenati que hanno il stesso nome! E tu che m'hai trovata, siamo cugini al terzo grado, è importante per me e anche per te, lo sai.
    Mi mancherai,
    Ciao Maurizio!

  • #1

    Bug (mercoledì, 17 giugno 2020 02:03)

    Ciao Morì,
    sono Bug, come amavi chiamarmi, sghignazzando con una MS appesa alla bocca e una mano che reggeva un disco, un fumetto o un tuo disegno che poco dopo mi avresti regalato, perché siamo stati amici e forse anche un po’ fratelli.
    Ci siamo infatti conosciuti a scuola, le terribili Rubbiani, alla fine degli anni 90... tu eri all’ultimo anno del triennio o forse avevi già concluso ma in ogni caso facevi tappa lì, all’uscita di scuola per salutare i tuoi vecchi compagni. Fu un amico comune a farci conoscere, eravamo tutti appassionati di musica quindi il gancio fu facile. Io all’epoca avevo da qualche anno cominciato a suonare il basso elettrico, me lo trascinavo in giro come fosse stata “un’alabarda” pronta per essere scagliata contro tutto e tutti! Te ne eri accorto e sapevi che una ragazzina “arrabbiata” era una possibile poeta, artista, funambola della vita come lo eri tu. Ci siamo trovati, simili e abbiamo trovato sulle nostre vite gli stessi segni; così giovani e già consumati.
    Fu facile diventare amici e Bologna all’epoca era un susseguirsi di strade e tappe obbligate dove noi due e il nostro gruppetto di freak ci destreggiavamo abilmente. I sabati pomeriggio di quegli anni erano: tappa al ristorante cinese di via Marconi - fronte scuola, o in una trucidissima trattoria fuori porta San Felice (perdonami non ne ricordo assolutamente il nome!), per poi cazzeggiare a scelta tra la Montagnola, Nannucci, Alessandro distribuzioni, i giardini Margherita, i cinema o... le sale prove!
    I terribili tentativi musicali per esorcizzare le nostre paranoie con cui facevamo vibrare i muri di quelle salette fetide e troppo care, sono stampati a fuoco nella mia memoria. I testi delle tue canzoni, gli incredibili virtuosismi alla Freddy Mercury/ Robert Plant/ Jim Morrison in cui ti lanciavi... le sigarette, le birre, le sigarette.
    Io all’epoca ascoltavo solo punk e metal - grazie Loffy, per avermi dato una sana educazione al rock anni 70!
    Dopo la maturità poi mi portasti a visitare la tua prima casa: Wegberg, luogo che amavi ma dove avevi i ricordi forse più tragici e infelici della tua vita.
    Girammo qualche settimana ospiti di un tuo amico di infanzia tra Wegberg, Colonia, Aachen e una breve tappa ad Amsterdam. Poi cominciai l’università e fu più raro vederci, lasciai la casa dei miei e un po’ alla volta cominciammo a vederci di meno, credo che in certo senso un ciclo si fosse concluso.
    Ma non ti ho mai scordato.
    Mai, perché la nostra amicizia e quello che ci siamo dati per me é stato fondante.

    La tentazione di risentirci dopo tanti anni si è ripresentata varie volte ma chissà perché, quell’assurdo arnese congegnato da uno studente-nerd-americano non supplisce minimamente il valore e il peso di una lettera o una telefonata che, colpevolmente, non ti ho mai mandato o fatto. Forse, di lettere, ce ne eravamo già scambiate fin troppe.
    Non pensavo, ed é la prima volta che mi succede, che il tempo fosse così vigliacco... non ci ha dato il tempo che forse era necessario per riavvicinarci e salutarci come si conviene a due amici. Ho male interpretato un tuo stitcher con una “manina gialla che mi salutava” mandatami a fine febbraio su Messanger? E a cui io ho risposto altrettanto puerilmente con una “volpina che regge un cartello con su scritto: HI!”... stupidamente presa dalla vita che stava entrando senza accorgersene in una pandemia bloccando questo cazzo di mondo.

    “Un elegante spreco”, come dice Terry Moore in Strangers in Paradise. E così sia.

    Ma c’ho i miei ricordi, ben stretti e anche tu te ne sei andato con i tuoi. E io sono, in fondo in fondo sempre la stessa: una punk che non si perde in smancerie.
    Ci vediamo al prossimo giro nel frullatore vecchio mio, ti voglio bene.

    Una striccata e un pugno sul tuo panzone.

    FranZ - Bug